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Porta Sisi e Borgo S. Rocco. Ravenna nell'800.

Porta Sisi e Borgo S. Rocco nel centro di Ravenna. Alberghi nel centro di Ravenna.

 

Foto: 1)Porta Sisi, 2)Porta San Mama

 

Porta Sisi, insieme a Porta Adriana (posta sul lato ovest delle mura), costituì nei secoli passati il principale ingresso a Ravenna, il raccordo con le fertili campagne allineate lungo il corso del fiume Ronco.


Questo per molti secoli fu il luogo in cui si concentrò la maggiore presenza di acque dell' intera area urbana, determinando la localizzazione di opifici idraulici, antico nucleo industriale della città, e la conseguente crescita di un sobborgo, chiamato San Rocco dal nome della parrocchia.


La breve distanza tra Porta Sisi e Porta San Mama, i cui attuali aspetti risalgono ai rinnovi del XVI e XVII secolo, si spiega col fatto che furono erette, nell' alto medioevo e forse già in età romana, come bastioni a cavallo del canale Padenna, che fino alla seconda metà del Quattrocento scorreva nello spazio delimitato dalle attuali via Mazzini e via Baccarini.


Tra le due porte il Padenna usciva dalla città. In questo punto, verso la fine del XII secolo, venne portato il fiume Acquedotto, più tardi chiamato Ronco. L' alveo del fiume, compreso tra le via Ravegnana e via San Mama, giunto alla città girava sulla sua destra e orlava le mura meridionali procedendo verso est.


Oltre al Padenna, il Ronco qui riceveva anche le acque di due scoli di campagna, la Lama e la Lametta; e quelle del canale dei molini, tratte dal fiume Montone, qualche chilometro a monte, a partire dal XIII secolo.


Dal Cinquecento, inoltre, dalla riva destra del fiume, all' altezza di via Scuole Pubbliche, spiccava un altro canale per molini, prolungato nel secolo successivo fino alla via Cesarea per alimentare il canale Panfilio, che allora era il porto della città.


Questa complessa situazione, tra acque, strade, ponti, chiaviche, perdurò fino al 1738, quando il Ronco fu allontanato dalla città. Nell' alveo spento venne condotto fino al mare il vecchio canale dei molini, che continuò ad alimentare l'unico mulino idraulico della città, rimasto in funzione fin verso la metà del secolo XX, come anche il grande lavatoio, posto là dove ora è lo slargo di via R .Ricci.


Del grande mulino resta ancora l' edificio settecentesco e, lì accanto, le vecchie osterie, l' osteria dei Mulnér (i mugnai) e l' osteria del Cervo, che come molte altre della Ravenna ottocentesca, furono sedi di associazioni: in questo caso società di mutuo soccorso e circoli ricreativi, di stampo mazziniano.

 

Entrambe conservano alle pareti i ritratti di Mazzini, Garibaldi e Matteotti. Sulla via Castel San Pietro, che ricorda uno scomparso castelletto medievale posto a guardia della città da sud, sorge il cosiddetto Portonaccio, un arco trionfale eretto nel 1785 a celebrare l' apertura della nuova strada per Forlì, la via Ravegnana: arco e strada furono progettati da Camillo Morigia.
Prof. Gianni Morelli, Anna Missiroli


Prof. Gianni Morelli



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